Footballslavia. Il calcio nella Repubblica popolare socialista di Jugoslavia

Footballslavia, l’ultima fatica di Danilo Crepaldo. Sempre il calcio protagonista, lo sport più amato dagli italiani. A differenza di quanto non si creda questo gioco è stato un collante che ha unito un Paese così diverso ed eterogeneo, uno sport con solide radici nella vita di tutti i giorni e nella politica, tanto di diventare il cemento che ha unito un popolo così variegato. Footbalslavia è un itinerario che copre la storia della Jugoslavia partendo dalla metà del ‘900 fino ad oggi. Il libro parte spiegando cos’era la Jugoslavia, un Paese di 6 repubbliche, 5 nazioni, 4 lingue, 3 religioni… insomma, un concentrato di differenti popoli legati da Tito con il pugno di ferro, accomunati però da una passione comune: il calcio. La squadra di Spalato fu fondata a Praga nel 1911 durante una riunione in una birreria, che decretò anche il nome Hajduk della squadra, termine non ben identificato, la cui connotazione principale era prepotentemente politica e di rappresentanza. L’Hajudk divenne la squadra di rappresentanza della resistenza jugoslava, da qui la proposta di Titodi renderla squadra di rappresentanza dell’Armata Nazionale Jugoslava. In realtà, la squadra, affondava le sue radici nel sentimento di nazionalismo croato, tant’è vero che la proposta del governo venne rifiutata. La squadra di Spalato fu la prima a dotarsi dello stemma con la stessa rossa a cinque punte, simbolo del partito e del governo centrale. A raccogliere la sfida di portare la bandiera di rappresentanza dell’Armata Popolare Jugoslava ci pensò il Partizan (ora una polisportiva). Il nome e i colori furono scelti in onore dei partigiani titini, poi i colori diventarono bianconeri, nel 1957, durante una tournè in Brasile in cui Edoardo Agnelli, durante un’amichevole, donò le maglie bianconere. Il Partizan, nella mente del partito, doveva diventare la squadra più vincente della Jugoslavia, conta 11 titoli di campione di jugoslavo. Nel corso degli anni si affacciano presto altre squadre di grande levatura, come la Dinamo (1945), l’Olimpia Lubiana e l’FK Sarajevo. Tutte queste squadre emergenti diedero vita negli anni a un campionato unico in Europa, fatto di grande antagonismo e di orgoglio nazionale. Il libro ripercorre le partite più famose, i giocatori che si sono distinti maggiormente e ne celebra la vita e le vittorie. Un lavoro colossale, che lascerà incollati fino all'ultima pagina, bramosi di conoscere ogni anedotto riguardo alle squadre di questo Paese oggi smembrato. Uno stile semplice, comprensibile anche al lettore non avvezzo ai termini calcistici. Perchè ricordiamolo, in Italia il calcio non piace solo agli uomini :)