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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2010
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Oggi vorrei parlarvi di Michela Murgia e del suo libro "Accabadora", Einaudi editore. Ci troviamo in un piccolo paesino della Sardegna ai primi anni '50 e la piccola Marina viene trovata a rubacchiare. Essendo una bambina orfana, viene adottata da Bonaria Urrai, una ricca benestante vedova. Le due vivono un rapporto vero, reale di madre e figlia, nonostante siano consapevoli che è un rapporto di adozione. Qualcosa di misterioso però avvolge le uscite notturne di zia Bonaria e Maria scoprirà che le uscite notturne sono il gesto di colei che finisce il gesto della vera madre. Michela Murgia tratta il tema dell'eutanasia con forza e delicatezza. Premio Campiello 2010, buona lettura!
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Leggere Michela Murgia è sempre una garanzia. "Accabadora" è probabilmente il mio libro preferito, una storia intensa di un passato lontano ma più attuale che mai. Temi come l'eutanasia o la genitorialità (tema, quest'ultimo, che diventerà centrale nella scrittura di Murgia attraverso l'idea di famiglia Queer) che dall'era contadina degli anni '50 del '900 si fanno spazio nel dibattito attuale, offrendo numerosi spunti di riflessione che ruotano, spesso, anche attorno alla fatidica domanda su quanto sia sottile la linea tra cosa sia giusto e sbagliato. A fare da cornice a questo racconto coinvolgente, emozionante e profondo è sicuramente l'ambientazione sarda, dove mito e tradizione si fondono in una storia senza tempo.
La scrittura è un’arte e questo libro ne è la dimostrazione. Bellissimo.
Ho trovato la narrazione scorrevole, ho ritrovato uno stile di scrittura simile a Donatella Di Pierantonio, ne "l'Arminuta". Unico aspetto negativo è che il libro si chiuda un po' troppo velocemente, da quando Maria va a Torino a quando ritorna in Sardegna sembra che il tempo, così come gli avvenimenti, volino.
Recensioni
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