A cena con l'assassino

La trama inizialmente è interessante e originale ma poi, verso metà, si perde e inizia a diventare assurda e irrealistica. Mi ha convinta solo in parte.

A mio parere è piuttosto pesante: l'ho trovato lento e poco scorrevole. In diversi punti è ripetitivo e il finale è piuttosto banale. Non mi ha colpito particolarmente.

Un’enorme dimora nobiliare nelle valli dello Yorkshire, dodici indizi per trovare dodici chiavi disseminate nelle stanze della casa e vincere l’atto di proprietà della villa stessa, un mistero del passato da risolvere nella più classica delle atmosfere natalizie inglesi. Gli ingredienti per un ottimo giallo alla Agatha Christie ci sono tutti… eppure non posso dire di essere totalmente soddisfatta da questo libro. Alcuni personaggi risultano stereotipati (come la cugina Sarah, emblema dell’antipatia e dell’avidità); non ho provato alcuna empatia con la protagonista Lily, fin troppo passiva e rinchiusa, per sua ammissione, nel labirinto fisico e mentale creato dalla sua famiglia. La scrittura è scorrevole, la trama interessante anche se non particolarmente originale; già nella seconda parte del libro, il finale mi sembra abbastanza prevedibile. Il lato positivo è sicuramente dato dalla capacità dell’autrice di descrivere in maniera vivida le atmosfere inglesi delle vecchie dimore di famiglia, tra pranzi festivi luculliani in puro stile British e scaloni di legno che scricchiolano nella notte. Nel complesso, una lettura non indimenticabile, ma piacevole per le descrizioni e l’atmosfera.