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Anno edizione: 2022
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Il fascismo è finito con la morte di Mussolini. I fascisti non esistono più o sono irrilevanti. L'Italia ha rotto per sempre con quel passato. Siamo sicuri che sia così? E allora come spieghiamo le molte continuità tra il regime e la Repubblica? Le bombe, i pellegrinaggi a Predappio e le continue violenze?
È giunto il momento di smontare uno dei luoghi comuni più duraturo della storia repubblicana, ovvero quello secondo il quale il fascismo è morto e sepolto da fine aprile 1945. Già nel secondo dopoguerra, infatti, la dottrina della continuità dello Stato riportò ai vertici di prefetture e polizia personaggi di schietta fede fascista. Poi si è permessa la ricostituzione di un partito fascista come il Movimento sociale italiano che, tra manganello e doppiopetto, ha avuto un ruolo negli scontri di piazza e ha contribuito perfino all'elezione di presidenti della Repubblica (da Antonio Segni a Giovanni Leone). E ancora, tra la fine degli anni Sessanta e il successivo decennio, le convulse fasi della strategia della tensione, con trame nere e stragi su cui la magistratura non ha fatto chiarezza, lasciando impuniti i responsabili delle sanguinose attività terroristiche. Infine, al superamento del MSI in ottiche postfasciste hanno corrisposto riemersioni e soprassalti di destra radicale. E oggi, a un secolo dalla Marcia su Roma, il fascismo torna periodicamente protagonista delle cronache, segnando la politica e la società con una presenza che non si può ignorare.
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Ottavo e (per ora) ultimo volume della serie Fact Checking di Laterza, una collana che ha portato una ventata di freschezza nel dibattito storico contemporaneo mantenendo, però, la rigorosità necessaria alla ricerca storiografica. È evidente che in Italia il fascismo non sia finito né il 25 luglio 1943 con l'ordine del giorno Grandi, né l'8 settembre 1943 con l'armistizio e nemmeno il 25 aprile 1945 data della liberazione di Milano e icona della lotta di liberazione e della resistenza. Questo agile volume ci permette di ricapitolare alcune delle vicende maggiormente paradigmatiche della continuità di alcuni personaggi tra il periodo fascista e quello democratico post bellico. Probabilmente il nostro paese rappresentante, da questo punto di vista, un unicum mondiale nel quale non si sono mai fatti i conti con il ventennio e in cui, a molti protagonisti di quella stagione è bastato cambiare abito per rimanere ai vertici delle amministrazioni pubbliche.
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