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Ogni donna di questo libro ha qualcosa da dirmi, da riferire a chi legge. Non pensavo che alcuni artisti potessero essere raccapriccianti come esseri umani, ma a quanto pare lo sono, quasi tutti gli uomini narrati in questo libro mi fanno ribrezzo. Le donne non dovrebbero essere trattate così, che siano geni o meno. È una cosa così incredibile che siano vissute fino a pochi anni fa e non ne sapevo niente, vengono sempre nascoste. Sto adorando questo libro e sto imparando a conoscere artiste a cui non importava di cosa pensassero gli altri di loro.
Come recita il titolo stesso, Un’ultima cosa racchiude le parole che ciascuna donna scelta dall’autrice reciterebbe al proprio funerale, ovviamente tramite una ricostruzione fittizia da parte della De gregorio che si è cimentata a dare voce a protagoniste della storia a cui spesso quella voce è stata tolta: chi perché creduta pazza e quindi internata in manicomio, chi perché considerata solo in funzione di qualcun altro a lei associato (l’uomo che ha amato, la sorella più famosa), chi perché forse era semplicemente troppo avanti nel suo tempo per essere capita ed avere i giusti riconoscimenti in vita. De Gregorio raccoglie le loro opere, studia la loro vita e presta loro quella voce che gli è stata tolta: le parole e i testi sono spesso le stesse che le protagoniste hanno usato in vita nei loro discorsi, negli scritti o nelle interviste, ma l’autrice le rimescola per dargli un suo tono e una sua intenzione. Non si tratta quindi di una raccolta di citazioni perché gli originali sono appunto smontati, rimontati e intrecciati tra loro in un discorso nuovo, in un modo di raccontare che è dell’autrice e non di chi le ha pronunciate. Il libro si legge in una giornata, tuttavia, come dichiara la stessa De Gregorio, è un testo che nasce per essere recitato e portato in scena, perciò probabilmente molto si perde nella lettura privata a meno che si riescano a ricreare quelle pause, quei respiri, quelle esitazioni, quei pensieri inespressi che solo un abile attore o attrice può regalarci sul palco.
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