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Un' ultima cosa -  Concita De Gregorio - copertina
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Un' ultima cosa -  Concita De Gregorio - copertina

Descrizione


Questa è una storia che comincia molto lontano. Non so nemmeno io quando ho iniziato a sentire le voci delle donne che parlano qui, scrive Concita De Gregorio in apertura di un caleidoscopio di canti femminili. È un coro il libro che avete fra le mani. Donne che prendono la parola per l'ultima volta e dicono di sé senza lasciare diritto di replica. Donne che l'autrice ha sfiorato dal vivo ancora bambina, come Dora Maar, oppure adolescente, Amelia Rosselli, o via via crescendo, incontrandole senza riconoscerle e cercandole dopo nelle loro opere: Carol Rama, Nise da Silveira, Vivian Maier, Silvina Ocampo, Maria Lai, Lisetta Carmi e altre ancora. Non tutte sono così conosciute, potevano essere strade maestre, sono rimaste spesso vicoli ciechi. Messe al bando, escluse, lasciate indietro: arrivate troppo presto rispetto ai tempi, alle convenzioni, alla società, hanno rappresentato per il mondo uno scandalo. Ciascuna di loro si alza in piedi al suo funerale per consegnarci, nel congedo, la verità. Un'orazione che è anche un'invettiva: parole incendiate di ironia, di rabbia, di sapienza. Dora è la musa di Picasso, Amelia è figlia di Carlo, Carol è amica di Andy Warhol... sono sempre "qualcosa" di qualcun altro, un attributo. Ombre a cui queste pagine danno luce, restituiscono voce. Concita De Gregorio incarna queste donne, "fonti di eresia, dunque di desiderio e di colpa", ascoltandole, prendendole su di sé e offrendo loro l'ultima parola. Il filo che dipana è ora un progetto teatrale a cui l'autrice presta corpo in scena. Raccontare la Storia difatti non basta, bisogna raccontare le storie. Averne molta cura.
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Dettagli

2024
26 marzo 2024
176 p., Brossura
2000000124407

Valutazioni e recensioni

Irene
Recensioni: 4/5
Donne

Ogni donna di questo libro ha qualcosa da dirmi, da riferire a chi legge. Non pensavo che alcuni artisti potessero essere raccapriccianti come esseri umani, ma a quanto pare lo sono, quasi tutti gli uomini narrati in questo libro mi fanno ribrezzo. Le donne non dovrebbero essere trattate così, che siano geni o meno. È una cosa così incredibile che siano vissute fino a pochi anni fa e non ne sapevo niente, vengono sempre nascoste. Sto adorando questo libro e sto imparando a conoscere artiste a cui non importava di cosa pensassero gli altri di loro.

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_simo_
Recensioni: 3/5

Come recita il titolo stesso, Un’ultima cosa racchiude le parole che ciascuna donna scelta dall’autrice reciterebbe al proprio funerale, ovviamente tramite una ricostruzione fittizia da parte della De gregorio che si è cimentata a dare voce a protagoniste della storia a cui spesso quella voce è stata tolta: chi perché creduta pazza e quindi internata in manicomio, chi perché considerata solo in funzione di qualcun altro a lei associato (l’uomo che ha amato, la sorella più famosa), chi perché forse era semplicemente troppo avanti nel suo tempo per essere capita ed avere i giusti riconoscimenti in vita. De Gregorio raccoglie le loro opere, studia la loro vita e presta loro quella voce che gli è stata tolta: le parole e i testi sono spesso le stesse che le protagoniste hanno usato in vita nei loro discorsi, negli scritti o nelle interviste, ma l’autrice le rimescola per dargli un suo tono e una sua intenzione. Non si tratta quindi di una raccolta di citazioni perché gli originali sono appunto smontati, rimontati e intrecciati tra loro in un discorso nuovo, in un modo di raccontare che è dell’autrice e non di chi le ha pronunciate. Il libro si legge in una giornata, tuttavia, come dichiara la stessa De Gregorio, è un testo che nasce per essere recitato e portato in scena, perciò probabilmente molto si perde nella lettura privata a meno che si riescano a ricreare quelle pause, quei respiri, quelle esitazioni, quei pensieri inespressi che solo un abile attore o attrice può regalarci sul palco.

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Concita De Gregorio

1963, Pisa

Laureata all'Università di Pisa in Scienze Politiche, ha iniziato la professione nelle radio e tv locali toscane passando poi a «il Tirreno» dove, per otto anni, ha lavorato nelle redazioni di Piombino, Livorno, Lucca e Pistoia. Nel 1990 è passata al quotidiano la Repubblica, dove si è occupata di cronaca e di politica interna. Dal 2008 al 2011 è stata direttore de «l'Unità».Tra le sue pubblicazioni si ricordano Non lavate questo sangue (Laterza, 2001); Una madre lo sa. Tutte le ombre dell'amore perfetto (Mondadori, 2006); Malamore. Esercizi di resistenza al dolore (Mondadori, 2008); Così è la vita (Einaudi, 2011); Un giorno sull'isola (Einaudi, 2014); Mi sa che fuori è primavera (Feltrinelli,...

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